SCUOLA DI PARRUCCHIERI CINESI, UN’INVASIONE INCONTRASTATA
A scuola di parrucchieri. Forse, non volendo anche i parrucchieri cinesi stanno facendo scuola nel nostro paese.
Le cose che mi capita di ascoltare o di leggere, frequentemente, riguardo ai parrucchieri cinesi sono le lamentele. Considerazioni che spesso e volentieri ritengo gratuite, inopportune e soprattutto infondate.
Critiche aspre che partono per la maggior parte delle volte da colleghi italiani. A sentire queste voci sembra che ci sia un’invasione sleale di parrucchieri cinesi nel nostro paese. E può anche darsi che sia vero.
E proprio per questo motivo, invece di concentrarsi sul criticare, valutare, giudicare qualcosa che vediamo come un ostacolo al nostro lavoro e continuare a puntare occhi e dito su questo fenomeno, che sarebbe meglio e più opportuno studiarne le cause.
In tanti si focalizzano sui presunti effetti che l’ondata di parrucchieri cinesi sta provocando lungo lo stivale.
L’equazione popolare è diventata la seguente:
PERDO CLIENTI? = COLPA DEI CINESI
Questa è un’equazione che può condividere un dilettante, uno che ha provato ad aprire un salone e che magari all’inizio ha cominciato anche a lavorare e che, con ogni probabilità, non sa neanche il motivo per cui lavorava e perché il suo salone produceva buoni incassi e magari anche utili.
Poi, nel momento in cui ha cominciato a vedersi il salone svuotare, ha pensato bene di scaricare la “colpa” ad altri. Facile, troppo facile.
Il PROFESSIONISTA, il parrucchiere che ambisce al vero successo non elaborerà mai un’equazione di questo tipo e di fronte all’eventuale perdita di clienti ragiona in maniera diversa. Affronta la questione (e non il problema) in maniera diversa, analizzando la cosa dalle angolazioni necessarie per essere analizzata.
Il professionista dice:
PERDO CLIENTI? = COSA C’E’ CHE NON STA FUNZIONANDO BENE NEL MIO “LAVORO”?
Il professionista guarda le cose in maniera RESPONSABILE. Se i clienti li sto perdendo io, devo capire innanzitutto cosa c’è che non sta andando in casa mia, non posso permettermi di giudicare gratis ciò che potrebbe accadere nella nuova casa del mio cliente.
E’ facile e molto comodo rifugiarsi o attaccare con le solite lamentele, fatte di considerazioni e accuse, tipo:
- I cinesi usano prodotti scadenti
- Sono sempre aperti, lavorano anche 16 ore al giorno
- Non pagano le tasse
- Con 7 eulo ti tagliano i capelli, ergo, la loro è concorrenza sleale perché abbassano i prezzi
Chi ha detto che i cinesi usano prodotti scadenti?
Che cos’è un prodotto scadente?
Da cosa si capisce che un prodotto è scadente?
E quale è la differenza tra un prodotto di “qualità” e uno scadente?
E ammesso che si stabilisca che i parrucchieri cinesi utilizzano “prodotti scadenti”, cosa c’entra la slealtà?
Di sleale non c’è assolutamente nulla. Ci può essere qualcosa di irregolare ma non di sleale. Anzi, l’utilizzo di un prodotto scadente dovrebbe essere un punto a suo sfavore ed uno a mio vantaggio. E intanto i clienti o presunti tali (italiani in testa) affollano i saloni di parrucchieri cinesi.
Se un parrucchiere cinese lavora 16 ore al giorno cosa sta facendo di sleale? Se ha scelto di stakanovizzarsi non ha trasgredito a nessuna legge, se i permessi di oggi ce lo permettono. Facciamo un esempio elementare e ragioniamo su questo scenario:
Ipotizziamo che un parrucchiere cinese in una giornata di 16 ore riceva un solo cliente e produce un taglio per un totale di incasso di € 8,00
La stessa cosa succede ad un parrucchiere italiano che riceve un solo cliente nelle sue 8 ore di lavoro e produce lo stesso taglio a € 15,00
Ipotizziamo altresì che il cinese non paga neanche un centesimo di tasse e che l’italiano invece su quel taglio ha un aggravio fiscale sommato a costi di gestione pari al 70%
Chi ha guadagnato di più?
La matematica dice che l’italiano, facendo un calcolo orario, avrebbe guadagnato 6 centesimi in più all’ora rispetto al cinese. Infatti il cinese incassa 8 euro in 16 ore per un compenso orario di 0,50 € mentre l’italiano in 8 ore al netto di costi e tasse ha guadagnato 4,5 € e quindi 0,56€ all’ora.
Perché nei saloni cinesi ci sono clienti italiani e nei saloni italiani non ci sono clienti cinesi?
Se guardiamo i listini dei parrucchieri italiani e li confrontiamo con quelli dei parrucchieri cinesi si nota bene che esistono chiare e a volte nette differenze. Questo dal punto di vista della cifra. Il grosso problema non è la differenza di prezzo ma soprattutto la differenza che gli italiani non percepiscono nella prestazione, nel servizio, nel prodotto, tra un salone italiano e uno cinese.
Se il parrucchiere medio italiano non offre alcun motivo valido al proprio cliente per essere scelto, il cliente si attacca solo ad un motivo palese, che é quello del prezzo. Oggi i nostri clienti ci misurano solo per il prezzo. E questo perché non siamo differenti dalla concorrenza, che sia italiana, cinese, francese, australiana e via discorrendo.
I parrucchieri cinesi hanno trovato terreno fertile, hanno fatto leva sul prezzo e sulla velocità e chiaramente se dalla parte opposta non offri niente di davvero diverso non sarai mai scelto, anzi risulterai sempre e solo caro.
Ecco, il pullulare e il fiorire continuo di parrucchieri cinesi nel nostro paese. Nel paese dei maestri dell’acconciatura. I nostri parrucchieri ce li invidia la storia, ce li invidia il mondo e oggi ci troviamo a fare i conti con l’invasione di parrucchieri improvvisati. Ma attenzione, a questi signori non possiamo rimproverare nulla. Loro stanno solo facendo quello che gli stiamo permettendo di fare. E per certi versi ci stanno insegnando anche qualcosa. In questo momento siamo davanti ad una nuova scuola di parrucchieri.
Quanto meno tanti di loro sono specializzati. Si, sono specializzati, fanno della velocità la loro specializzazione, si vantano e propongono il servizio in tempi brevissimi e senza appuntamento. Fanno spesso leva su questi due fattori. Il resto lo fa il prezzo, ed ecco che clienti italiani non perdono occasione per approfittarne.
E poi ci sono i parrucchieri cinesi che hanno capito cosa, come e dove possono formarsi per essere competitivi e per anticipare il mercato. Sono tanti infatti i parrucchieri cinesi, per esempio, che hanno scelto l’ACCADEMIA I SANTINI di Empoli per conseguire l’abilitazione.
Sono figure professionali selezionate che vengono ammesse alla frequenza dei corsi solo se possiedono tutti i requisiti neessari e non solo dal punto di vista burocratico. La selezione che avviene in Accaddemia i Santini mira solo a formare professionisti.
Quale è quindi la contromossa?
Non dovremmo definirla neanche una contromossa, comunque. Basterebbe fare le mosse giuste, quelle necessarie per trovare una collocazione nel posto giusto, ovvero nella mente dei potenziali clienti. Attraverso opera di specializzazione e di posizionamento. Utilizzare quel mare di strumenti che oggi tutti abbiamo a disposizione per promuovere la nostra attività come si deve. Per raggiungere i clienti che vogliamo e che sono disposti a pagare nel momento in cui danno valore a ciò che ricevono.